TITOLO O AUTORE?

1) La prima impressione è ciò che mi resta

“Finalmente è uscito il nuovo romanzo di quell’autore!”.

“Questo libro mi intriga già dal titolo!”.

Quante volte abbiamo pronunciato queste frasi passando in rassegna gli scaffali di una libreria? Quante volte le abbiamo sentite ripetere entrando in biblioteca?

Sì, perché alla fine, nella maggior parte dei casi, ciò che ci porta a scegliere un’opera anziché l’altra è il suo titolo o il suo autore. I due elementi fondamentali di un romanzo; i primi a catturare la nostra attenzione.

Come in ogni relazione, anche quella col libro, compagno di viaggio di sere piovose o di giornate assolate in spiaggia, è la prima impressione a forgiare le nostre decisioni, i nostri atteggiamenti. E la prima impressione si forma da quel che vediamo, da ciò che per primo ci salta all’occhio.

È questione d’istinto, di vibrazioni; forse di predisposizioni. Di primo acchito siamo schiavi del “mi piace” o “non mi piace”, un impulso irrazionale al quale ognuno di noi è portato a rispondere.

E, rapportato a un’opera, cosa meglio del titolo o dell’autore cattura la nostra attenzione, le nostre impressioni?

2) Un “testa a testa”

Senza alcuna pretesa di scientificità, ho promosso sui miei canali Social un sondaggio relativo all’elemento determinante, per ciascuno, al fine della scelta di un libro. In particolare, ho indagato se, l’acquisto o comunque la scelta di un romanzo, sia maggiormente condizionata dal titolo, piuttosto che dal nome del suo autore.

Il grafico che segue ci mostra i risultati:

Dal grafico a torta emerge una situazione di quasi parità. Soltanto una piccola percentuale in più di votanti ha dato la sua preferenza all’opzione “Titolo”, lasciandosi ammaliare da questo piuttosto che dalla nomea dello scrittore.

3) Istinto o usato sicuro

La scelta di un libro a ragione del titolo o del suo autore, invero, non è priva di risvolti che, inconsapevolmente, rivelano un piccolo tratto della nostra personalità. Infatti, se ci lasciamo catturare dal titolo, in linea di massima, è il nostro istinto a parlare. Solitamente, un titolo ci ammalia, ci coinvolge, ci intriga e noi non sappiamo nemmeno il perché. È così punto e basta; è una scelta di pancia, niente di razionale.

Diversamente, se ci lasciamo convincere dal nome dello scrittore, molto spesso conosciuto e di cui probabilmente abbiamo già letto qualcosa, andiamo sul sicuro. In questo caso, è il ragionamento a prevalere. È un po’ come se il nostro cervello pensasse: siccome la prima sua opera mi è piaciuta, sicuramente anche questa sarà una bomba. Un usato sicuro, insomma!

Dal punto di vista dell’autore, forse, entrambe queste categorie di lettori sono fondamentali: la prima dà modo agli esordienti di farsi conoscere, la seconda agli scrittori di affermarsi.

Che si guardi al titolo o all’autore, de gustibus non disputandum est!

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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