IL PRESIDENTE RISPONDE

Per la rubrica “Parola all’esperto“, una particolare intervista. Stefano Verga, presidente dell’F.C. Como Women, militante in Serie A, ci introduce nel mondo del calcio femminile, negli ultimi anni in ascesa ma ancora troppo sottovalutato rispetto al pallone maschile.

1) In qualità di Presidente dell’F.C. Como Women, e quindi esperto dell’ambiente, noti ancora la sussistenza di pregiudizi verso il calcio femminile?

Sì. Chi non ha mai visto una partita di calcio femminile, ma ne ha solo sentito parlare, ha ancora un po’ di pregiudizi. Comunque, molti ma molti meno rispetto a quando ho iniziato il mio percorso da presidente, nel 2018.

2) Recentemente, nell’agosto 2023, per la prima volta la Rai ha trasmesso le gare del Mondiale femminile. In che modo, secondo te, i mass media sono determinanti al fine della promozione del calcio femminile?

Sì, sono importanti i mass media, sono molto importanti. Già quest’anno che, finalmente, due importanti emittenti televisive come DAZN e la Rai trasmettono le partite della Serie A femminile (una in chiaro) i risultati si vedono. Per dare qualche numero, i match vengono viste da circa 600.000 persone; talvolta, hanno raggiunto anche punte vicine al milione di spettatori. Quindi, anche per le società come la mia, gli introiti versati per le pubblicità dalle aziende alle tv che trasmettono le gare iniziano a diventare sostanziosi.

3) Da Presidente, in che modo resti vicino alla squadra nei momenti belli e in quelli difficili? Dai spazio, in tali casi, al dialogo con calciatrici e allenatore?

Io sono sempre vicino alla squadra. Non ho ancora parlato questa settimana, lo farò venerdì mattina (2 febbraio, n.d.r.) prima del loro allenamento delle 10:00. Nell’occasione devo cercare di mantenerle calme: nelle ultime 8 partite (alla data del 31 gennaio, n.d.r.) abbiamo collezionato solamente 2 pareggi e 6 sconfitte.

Dunque, il discorso che farò è più o meno il seguente: “Noi non siamo dei fenomeni, ma non siamo neanche dei brocchi. Sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. L’anno scorso, che era il nostro primo anno in Serie A, abbiamo totalizzato tra andata e ritorno della prima fase del campionato* 11 punti; quest’anno, comunque sia, mancano quattro partite alla fine della prima fase e ne abbiamo 15. Quindi, è vero che siamo scivolati dal 3° al 6° posto, ma è anche vero che abbiamo migliorato, per adesso, le performance dell’anno scorso. Dunque, cercherò di infondere calma e sicurezza”.

4) Nell’ambito di una trattativa di calciomercato, prima della firma del contratto, quanto contano le parole spese? Le parti si sentono in qualche modo vincolate all’accordo orale raggiunto?

Nel calcio femminile la parola spesa è fondamentale: se tu prometti una cosa a una donna la devi mantenere, altrimenti perdi completamente la sua fiducia. Quindi, qualsiasi cosa dici deve essere misurata perché se dici “vieni a Como e avrai questo, questo e questo” e poi non mantieni quello che hai promesso sei crocefisso, morto, impalato.

5) Quanto è importante, per società e calciatrici, sentire il supporto di uno stadio pieno di tifosi? Nel corso degli anni, hai notato un incremento del seguito delle partite di calcio femminile?

È molto importante: la mia società, dopo Roma e Juventus, è la società che ha più pubblico in Serie A. Quando ho ritirato la squadra in Serie C (nel 2018, n.d.r.), avevamo neanche cento persone che venivano a vedere le partite. Oggi contiamo, a ogni match, oltre mille tifosi; quando giochiamo con Juventus, Inter e Milan facciamo anche dai 1.500 alle 2.000 spettatori. Chiaramente, i risultati sportivi contano: se la squadra va bene, o quantomeno se gioca bene, la gente è invogliata a venire allo stadio. Noi, per fortuna, ci hanno ormai preso a cuore nello stadio della Brianza di Seregno e tanta gente viene a vedere le partite. Da qualche giornata abbiamo anche un gruppo di tifo organizzato che porta tamburi, megafoni, fa cori; è un bel gruppetto che tiene viva la partita.

* La competizione è suddivisa in due fasi: la prima è a girone unico, andata e ritorno, cui partecipano 10 squadre. La seconda fase, invece, si articola nella “poule scudetto”, alla quale accedono le prime 5 formazioni in classifica, e nella “poule salvezza” nella quale si sfidano tra loro le ultime 5.

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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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