SILVIA RISPONDE – PERSONALITA’ E DINTORNI

Eccoci alla prima puntata di “Silvia risponde”. Innanzitutto, voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno rivolto domande e curiosità e che, quindi, si sono interessate a questo giocoso progetto. Come promesso, ho risposta a ogni vostro quesito, non tirandomi indietro nemmeno su argomenti spinosi… d’altronde, queste sono le regole del gioco.

Visto la mole di domande ricevute, ho suddiviso le mie risposte in quattro puntate, che pubblicherò ogni mercoledì di questo mese. Ciascun appuntamento sarà dedicato a un tema: partiamo con quesiti che si interessano alla mia personalità.

Se in questo articolo non trovate la vostra domanda, non preoccupatevi… ho risposto a tutti!

1) Che impronta vuoi lasciare in questo mondo?

Partiamo col botto: domanda difficile, questa. La risposta dipende molto dall’ambito che prendo in considerazione.

Con la mia professione, avvocato, vorrei mettermi al servizio degli altri, essere utile (giuridicamente e umanamente). Molto spesso mi si chiede come faccia un avvocato a difendere qualcuno che si è macchiato di reati e colpe (comunque sempre da accertare!). Beh, il ruolo dell’avvocato sta nell’assistere, nel vigilare che vengano rispettati il diritto e i diritti di ognuno. Ciò credo che sia uno dei compiti più alti e nobili, altrimenti verrebbe meno lo stesso significato di democrazia.

Per ciò che, invece, riguarda la mia attività di scrittura mi fa felice sapere di aver regalato al lettore anche solo un momento di distrazione e svago dalle incombenze quotidiane. Personalmente, è proprio quello che cerco quando leggo un libro.

Infine, come persona sono consapevole di vivere una situazione particolare: la disabilità. Nonostante io non me ne accorga, provo piacere quando qualcuno mi fa notare che trasmetto forza e voglia di vivere, in barba alle difficoltà. Ecco, mi piacerebbe continuare a lasciare un’impronta di speranza e tenacia sul mio cammino.

2) Ti lanceresti, accompagnata da un bravo istruttore, con il paracadute dall’aereo? Raccontami le sensazioni positive e negative che ti suscita questa domanda

Domanda che cade a fagiuolo. Infatti, solo di recente sono tornata a prendere l’aereo, a seguito di un percorso di EMDR fatto con la mia terapeuta. E di questo ne vado molto orgogliosa.

Con la psicologa – e indirettamente risponderò alla domanda – ho lavorato sulla sgradevole sensazione di vuoto che il volare mi trasmetteva. Sospesa in aria non sopportavo la mancanza di punti d’appoggio, la quale, ho capito, altro non essere che la manifestazione di mancanze che avverto interiormente e che mi rendono vulnerabile. Lavorando su ciò, sono riuscita ad affrontare il volo in totale armonia e tranquillità, provando anche ad apprezzare il paesaggio insolito al di là del finestrino e a lasciarmi cullare dalle ondulazioni provocate da nuvole e atmosfera.

Venendo alle sensazioni positive, l’ultimo volo mi ha trasmesso un forte senso di libertà, di leggerezza, di cui sento già la mancanza.

Dunque, non so se arriverò mai a lanciarmi con il paracadute, ma un grande passo è già stato fatto. E di ciò ne sono fiera e davvero felice.

3) Quanto sono importanti per te i colori e perché?

Importantissimi, soprattutto quelli in natura. I colori influenzano l’umore, sanno cambiare lo stato d’animo impercettibilmente.

Oltre che per il gusto estetico, ho colori più o meno affini emotivamente. Farò alcuni esempi.

Rosso: non mi piace. Mi suscita agitazione e disagio;

Verde: mi trasmette salute e benessere. Le chiome rigogliose degli alberi e il fitto bosco mi fanno sentire viva;

Blu/azzurro: il mio colore preferito. Quello di pace e armonia; questa cromia ha un forte potere calmante. Quando sono agitata o nervosa, spesso esco in giardino, alzo gli occhi al Cielo e mi tranquillizzo.

4) Descrivi tuo nonno in tre parole

Nonno Adolfo riveste un ruolo determinante per la mia crescita. Soprattutto dopo la morte del papà, lui rappresenta la più importante figura paterna.

Ecco le tre parole con cui lo descriverei.

Testardo: come me, il nonno ha un “bel caratterino”. Se si mette in mente qualcosa, lo fa. Apprezzo questo suo modo d’essere, per me è una virtù e sono felice di aver ereditato la sua testardaggine e perseveranza. Uno dei più grandi insegnamenti, ora che da qualche mese ho iniziato la carriera di avvocato, me l’ha dato proprio lui, dicendomi: “Per i primi anni, non guardare al guadagno, concentrati su quello che fai. Vedrai che il tempo ti ripagherà di ogni sacrificio che hai fatto”.

Paziente: il nonno è la persona più paziente e di cuore che io conosca, soprattutto con noi nipoti. Di rado l’ho visto perdere la calma, riuscendo a rimanere molto tranquillo e comprensivo. Ecco, questa qualità non l’ho proprio ereditata, e un po’ lo invidio.

Artista: non credo di aver mai visto il nonno con le mani in mano. Lui ha sempre qualcosa da fare e se non la ha… la inventa! È un uragano di idee e invenzioni, per la realizzazione delle quali sfrutta la sua eccellente capacità manuale.

5) La prima sensazione che hai avuto quando hai visto un quadro di Picasso?

Confusione, smarrimento. Nonostante abbia un lato artistico, che sfogo nella scrittura, sono una persona molto razionale, ordinata. Dunque, nei quadri di Picasso fatico un po’ a orientarmi e ciò mi lascia alquanto perplessa.

6) Se potessi avere un superpotere, quale sceglieresti?

Ma io ho già i superpoteri!

Scherzi a parte, non mi sono mai soffermata su questa interessante riflessione.

Di pancia risponderei così: innanzitutto, pur se non inquadrandolo in un reale superpotere, mi piacerebbe avere una qualità che mi permetta di essere più autonoma. Forse, il teletrasporto!

Inoltre, mi piacerebbe possedere il potere di infondere gioia e forza nelle altre persone. Pur non avendo tale arma, credo però che Dio mi abbia dato un prezioso alleato per cercare di compiere questa missione: il sorriso. Mi rendo conto che, nella società di oggi, la gente utilizza molto poco questo potente mezzo di comunicazione e di benessere. Non facendone un vanto, posso affermare come per me, invece, sorridere sia la cosa più naturale del mondo… proprio come per la persona che mi ha fatto questa domanda.

Il sorriso può cambiare l’umore e, quindi, è già un superpotere!

7) In quale animale ti ritrovi maggiormente?

Anche se amo da morire i cani, caratterialmente credo di essere più affine al gatto.

Mi piace e mi ritrovo nella loro indipendenza, meticolosità e testardaggine. Anch’io, come il micio, preferisco sbrigarmela da sola, senza dover chiedere aiuto e parere agli altri.

Spero che la prima puntata di “Silvia risponde” sia stata divertente, come lo è stato per me rispondere alle vostre curiosità. Vi do appuntamento a mercoledì 14 agosto: chissà quale sarà il tema…

4,7 / 5
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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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