Giuro. Giuro di averla vista passeggiare sui tetti delle case oramai addormentate. Era la notte del 6 gennaio. Affacciata alla finestra, stavo ammirando l’immensità dei monti oscuri; giganti buoni intorno a me, bambina.
La loro sagoma, così netta e decisa, era addolcita dal candore della neve che scendeva vorticosamente, la quale, a tratti, mi impediva la vista. Fuori, in quella notte buia, non c’era l’ombra di un’anima.
D’improvviso, però, un celere movimento magnetizzò il mio sguardo, costringendolo ad abbandonare il contorno delle montagne per spostarsi un po’ più in basso. Alla mia portata, sui tetti delle baite vicine.
Un’ombra smilza e sottile giocava a nascondino fra i comignoli, dai quali fuoriuscivano prepotenti nuvole di fumo. L’ombra restituiva l’immagine di una signora magrolina, forse una vecchina avvolta nel suo scialle.
Solo quando un debole raggio di luna rischiarò il suo volto, riuscii a intravedere i lineamenti a me familiari. Il naso adunco, quindi, sporgeva da sotto l’enorme cappello a punta. Il viso grinzoso si colorava di un sorriso furbesco, astuto.
L’accentuata gobba della donnina era sormontata da un’enorme sacco di iuta, da cui uscivano calze colorate, giocattoli e carbone. Con fatica, la Befana stava così passando di casa in casa a distribuire doni e scherzi a ogni bambino.
La buffa vecchietta, più volte immaginata nei miei sogni, ora era lì, ignara davanti ai miei occhi attenti. Entusiasta e giuliva, mi precipitai in camera di Edoardo, il mio fratellino. Anche lui volevo vedesse la sagoma della magica signora.
Quando tornai alla finestra, però, sui tetti di lei non c’era alcun’ombra. Un gatto nero aveva preso il suo posto, riparandosi di fianco a un comignolo che sbuffava calore.
Solo con la coda dell’occhio, riuscii a intravedere la scia della sua scopa volteggiare fra le stelle. Per un momento, mi parve di scorgere la vecchietta agitare la mano nella mia direzione.
Forse, per salutarmi. Il suo arrivederci al prossimo anno.
Il 6 gennaio, l’epifania; la sua rivelazione.
Ringrazio ancora una volta Sofia per la significativa illustrazione!