Risplendo non brucio
La neve è macchiata di sangue, attorno alle mura della Risiera di Trieste. Non è la prima volta che succede, e Ada teme, anzi, sa che non sarà l’ultima. Ma individuare l’assassino è un’impresa impossibile quando la città stessa è invasa di assassini, che hanno riempito l’aria di cenere e di terrore. Nel seguire le tracce del colpevole, Ada è più che mai sola: non ha più suo padre, catturato dai nazisti perché dissidente e portato chissà dove. Non ha più un compagno, scomparso insieme ai partigiani in fuga. Ha soltanto se stessa, il suo cuore, le sue capacità mediche… e un segreto. Da proteggere a tutti i costi. Questa è una storia di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza, di fragilità ed eternità. Questa è la storia di un padre e una figlia, divisi dalla Storia e costretti a lottare con tutta l’anima perché la luce possa tornare a splendere…
Aneddoti personali
Acquistai questo romanzo in una libreria di Lecco. Uscita dal lavoro, aspettando mio nonno che mi venisse a prendere, mi concedevo la consueta passeggiata in centro, ammirando le vetrine. Ovviamente mi fermai davanti alla mia preferita: quella piena zeppa di libri.
Vidi copie del romanzo “Risplendo non brucio”, ultima opera di Ilaria Tuti. D’impulso entrai in libreria e ne acquistai una copia.
Dopo una settimana avevo già terminato la sua lettura.
Recensione
“Risplendo non brucio” è un romanzo storico, ambientato nella seconda guerra mondiale. L’opera, a mio parere, è caratterizzata da due scelte stilistiche molto efficaci.
Anzitutto, la trama si snoda attraverso un doppio filone narrativo che intreccia le vicende di un padre, deportato in Germania, e di una figlia, trattenuta a Trieste da un destino crudele.
Inoltre, in “Risplendo non brucio” vivono parallelamente personaggi reali e di fantasia, rendendo la storia molto più interessante e appetibile.
Conclusioni
Ilaria Tuti, ancora una volta, ha colto nel segno!
Voto
Citazioni
Solo ora, così vicina a compiere l’atto ultimo di una tragedia che avrebbe richiesto l’estremo sacrificio, Ada finalmente lo comprendeva. Era il testamento di un uomo che sapeva di dover morire e che le chiedeva di vivere pienamente