Quanto vale una parola?: Airuno, 12 maggio 2023

Lo sguardo rivolto oltre le finestre, fuori una pioggia fitta e incessante.

Accoccolata su una sedia in una delle aule della Scuola Primaria di Airuno, mi sentii catapultata nel passato, quando, zelante scolara, iniziavo a cimentarmi nella scrittura e a scoprire il valore dell’amicizia. Camminando fra quei corridoi, ieri bui e deserti, ripensai ai primi boccioli d’amore, timidi e impacciati. Sorrisi.

Quell’edificio, a me così caro, è stato la perfetta cornice di una serata speciale. Davanti a un pubblico veramente numeroso, riunitosi presso la Biblioteca di Airuno, ho avuto il piacere e l’onore di presentare il mio romanzo, “L’inferno dentro i suoi occhi”.

È stato bello ed elettrizzante.

Ho percepito l’emozione negli sguardi sin dai primi istanti. Sin da quando la Dottoressa Laura Bertelè, che conosco dall’età di otto anni, ha raccontato piccoli frammenti di Silvia, introducendo così l’incontro.

“Perché fossilizzarsi sulle parole? Che senso ha emettere sterili diagnosi?”. Queste le provocazioni lanciate dalla Dottoressa Bertelè, le quali richiamano perfettamente il senso e l’anima del presente blog.

Ieri, proprio le parole sono state il mezzo attraverso cui ho lasciato trasparire le emozioni e le sensazione scaturite dalla stesura del mio libro. Guidata dalla mia grande amica Giulia Beccaro, moderatrice dell’evento, ho avuto l’immenso piacere di raccontarvi qualcosa di me, del mio essere donna e amante della scrittura (non mi piace usare il termine “scrittrice”, appunto).

Ho condiviso con voi pensieri intimi, come i motivi per cui ho optato a favore di un finale aperto per “L’inferno dentro i suoi occhi”. Inoltre, attraverso la descrizione del personaggio di Sophia, ho potuto esprimere e farvi partecipi di alcuni aspetti che determinano il mio Essere: l’amore per il calcio, passione ereditata dal papà, il dolore inflitto da una delusione amorosa, nonché il mio debole per la matematica.

Non solo parole, però. Al termine della serata, Francesca Fumagalli, mia carissima amica, oltreché arte-terapeuta, ci ha permesso di sperimentare, attraverso un piccolo laboratorio, altre forme di comunicazione. Partendo da una frase estratta dal mio romanzo, “solo buio e silenzio intorno”, abbiamo potuto, per un attimo, tornare a noi stessi. Ci siamo concentrati sull’emozione suscitata da tale spunto e colorato, su una sagoma raffigurata su foglio di carta, il punto corporeo esatto in cui abbiamo avvertito la sensazione.

Guardandovi dalla mia postazione “privilegiata”, di fronte a voi, è stato divertente osservare lo smarrimento che serpeggiava nei vostri occhi, i quali altro non erano che lo specchio di anime adulte, non più abituate a fermarsi ad ascoltare il proprio Io. Direi, quindi, che l’obiettivo del laboratorio di Francesca è stato pienamente raggiunto.

Sperando di aver regalato una speciale serata, come è stata per me, ringrazio tutti colore che hanno partecipato. Un grazie speciale va alla Biblioteca e al Comune di Airuno, a Giulia Brccaro, a Francesca Fumagalli e alla Dottoressa Laura Bertelè.

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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

2 Risposte a “Quanto vale una parola?: Airuno, 12 maggio 2023”

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