47° settimana: FEAST/FESTA
La neve era scesa copiosa. Un mantello bianco ricopriva pascoli e prati che, solo qualche mese prima, avevano ospitato innumerevoli fiori colorati e bovini ruminanti. Il silenzio avvolgeva la valle, ogni rumore attutito. La pace.
Gli ultimi pastori avevano lasciato il paesello da soli due giorni, nessuna traccia umana a disturbare la quiete. L’estate era solo un miraggio.
Nel candore del mattino, un fischio acuto fendette l’aria gelida. L’aquila, tornata a volare nell’immensità del cielo, si fece anche per quell’anno coraggiosa messaggera. Al suo segnale, fiotti di animali sbucarono da ogni dove; sul mantello nevoso migliaia di impronte. Le cime dei monti, finalmente, erano di nuovo tutte per loro.
Andavano a braccetto lo scoiattolo e la puzzola, rincorrendosi su e giù dai rami rinsecchiti. Una cerva e i suoi piccini saltellavano tra i laghetti ghiacciati, come in una danza appassionata. E poi venivano mamma orsa e i due orsacchiotti, il loro mantello bianco a confondersi con la neve. Marmotte e marmottini spiavano lo spettacolo dal calduccio delle loro tane.
Ognuno portava con sé bacche e ghiande, bucce di carote e aghi di rosmarino. Papà capriolo, il più forzuto, trasportava un enorme fiocco rosso, rubato qualche giorno prima nella stalla di un pastore.
Gli allegri animali, a un nuovo segnale dell’aquila, si avvicinarono a un magnifico abete, circondandolo di un chiasso festoso. Aiutandosi l’uno con l’altro, lo vestirono a FESTA, decorando i suoi rami con tutte le provviste di cui, caparbiamente, avevano fatto scorta.
I cuccioli si divertivano correndo attorno al magnifico albero, mentre i più grandi ne abbellivano il suo aspetto. Lo scoiattolo e la puzzola, non senza fatica, ne raggiunsero la cima, ove vi posizionarono l’enorme fiocco rosso, catalizzatore di sguardi nella vasta distesa bianca.
Anche per quell’anno, gli animali della montagna potevano gioire: il Natale era salvo!