35° settimana: CAMEL/CAMMELLO
8 settembre 2023, Taroudand
Mi guardo intorno. Il buio della notte è diventato ancora più oscuro, più fitto.
Com’è fitta l’aria che, coraggiosamente, si insinua fra le macerie, portando con sé invisibili particelle di cemento e calce, le quali costituiscono la mia unica speranza di vita. Non avendo alternative, se non la morte, permetto loro di raggiungere i miei polmoni.
Non ricordo con esattezza il momento in cui mi sono ritrovata qui, coperta da una montagna di rifiuti che fino a poco fa erano le nostre case. Forse stavo dormendo. Probabilmente stavo sognando di montare in groppa a Mirna, il mio CAMMELLO, per poi raggiungere le grandi dune del deserto, divertenti scivoli della mia infanzia.
Poi un rumore sordo mi ha svegliata. Anzi, più di uno. Dapprima, in lontananza, ho avvertito, più con la pancia che con l’udito, un gorgoglio proveniente dai segreti cunicoli della terra. La stessa terra che fino a poco fa credevo amica, madre di tutte le avventure, ma che inaspettatamente mi ha abbandonata. Tradita.
Poi un grande boato, unica bussola della mia confusione. E il mondo è crollato; con esso credo anche il Cielo. Le abitazioni distrutte, ma soprattutto le mie certezze.
Abbarbicata sotto un tetto di macerie, troppo basso per qualsiasi movimento, cerco di concentrarmi su una piccola fessura, unico spiraglio sul triste palcoscenico della morte.
Tra la polvere, scorgo solo urla lancianti. Sì, ho detto bene: le scorgo, non le sento. Queste grida sono talmente piene che sembrano fatte di carne ed ossa. Si allungano come ombre inghiottendo quel che è rimasto delle vie sterrate e caciare della città.
Fra le voci cerco di distinguere quelle dei miei genitori, ma mi è impossibile. Troppi strilli affollano e confondono le mie orecchie.
Quindi, provo a isolarmi, a evadere almeno con la mente. Ad un tratto, dalla minuscola finestra di fortuna intravedo una sagoma a me familiare. Mirna, il mio CAMMELLO, si sta guardando intorno. Sembra disperato. Forse mi sta cercando.