Per il mio bene

Per il mio bene

“Non sei mai al sicuro in nessun posto”, questo ha imparato Morwenn, una bambina di cinque anni. Perché Morwenn ha paura di un mostro, un mostro che non si nasconde sotto il letto o negli armadi, ma vive con lei, controlla la sua vita. Un mostro che lei chiama “mamma”. La persona che dovrebbe esserle più vicina, che dovrebbe offrirle amore e protezione e invece sa darle solo violenza e odio. La picchia, la insulta, le fa male sia nel corpo che nell’anima. A lei e a Gwendal, suo fratello, di pochi anni più grande. Morwenn prova a fuggire, ma la società non lascia che una bambina così piccola si allontani dalla madre, e tutti sembrano voltarsi dall’altra parte davanti alle scenate, ai “conti che si faranno a casa”, ai lividi.
Così, aspettando e pregando per una liberazione, Morwenn imparerà a mettere su una corazza, a rispondere male ai professori, a trovare una nuova famiglia e un primo amore in un gruppo di amici, a usare la musica per isolarsi e proteggersi. Finché, compiuti quindici anni, riuscirà finalmente a scappare di casa e a intraprendere il percorso, fatto di tentativi ed errori, che la porterà a diventare Ema Stokholma, amatissima dj e conduttrice radiofonica.
Per la prima volta Ema Stokholma racconta il suo passato, il tempo in cui il suo nome era ancora Morwenn Moguerou. E lo fa scrivendo un libro che attraverso la sua esperienza individuale riesce a raggiungere sentimenti universali, a insegnare che dal dolore si può uscire, che si può sbagliare e cambiare, che il lieto fine è possibile. Perché Per il mio bene è una storia vera ma anche un romanzo indimenticabile, che riesce a raccontare il dolore e il male con una lingua immediata e diretta, con uno stile allo stesso tempo durissimo e dolce che colpisce il lettore al cuore e tocca le corde più profonde e vere dell’animo umano.

Aneddoti personali

Lo ammetto: la lettura di questo libro non è stata semplice. Per nulla. Più volte, scorrendo le pagine, mi sono dovuta fermare, distogliere lo sguardo e far vagare altrove la mente.

La storia (vera) raccontata dall’autrice, la dj Ema Stokholma, aiuta a vedere il mondo da un’altra ottica. Nonostante, nel corso degli anni, abbia dovuto affrontare tremende e disparate difficoltà, al termine del romanzo mi sono sentita fortunata. Fortunata di avere qualcosa che, ai miei occhi, è sempre apparso così scontato, forse un diritto: il calore di una madre e, più in generale, di una famiglia.

Tuttavia, leggendo “Per il mio bene” ho capito, ahimè, che di scontato non c’è proprio niente, neanche l’amore di un genitore.

Recensione

Per il mio bene” è vincitore del Premio Bancarella 2021. Narrato in prima persona dall’autrice, in arte Ema Stokholma, racconta la sua tragica infanzia insieme al “mostro”, la madre.

Un libro da pelle d’oca, sia per il suo contenuto che per il linguaggio crudo e diretto.

Conclusioni

Un libro con i superpoteri: sa cambiarti il modo di vedere il mondo!

Voto

5/5

    Citazioni

    Mi ricordo benissimo della prima volta in macchina, avevo quattro anni e lì non era mai successo fino ad allora, quindi pensavo che fosse un luogo protetto. Che delusione quando mi arriva il primo pugno.

    4,7 / 5
    Grazie per aver votato!

    Pubblicato da Silvia Schenatti

    Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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