Venerdì 22 marzo 2024, mi trovai con mio cugino Cristian davanti ai check-in dell’aeroporto di Orio al Serio. Destinazione: Cracovia. Avevamo prenotato il volo, ottenendo (sono disabile) l’autorizzazione della Ryanair all’imbarco del mio scooter Venus 4 Sport.
Io e Cristian ci dirigemmo al desk: erano le 19:30, il decollo previsto alle 21:10. La hostess di terra mi chiese la scheda dello scooter: le mostrai il foglio con le informazioni tecniche dal mio cellulare. Dopo avermi contestato che sulla pagina era stata aggiunta a mano l’informazione “batteria a secco” (per ricordarmi il tipo), recuperai l’intera scheda tecnica direttamente dal sito della casa madre dello scooter. Tuttavia, anche così, secondo l’operatrice, non c’erano abbastanza informazioni sulla batteria. Quindi, chiamò telefonicamente la responsabile.
La hostess mi chiese dunque di togliere la batteria dall’apposita sede. Cristian eseguì la richiesta, posizionando il blocco-batterie sul nastro-bagagli. Sostenendo di dover procedere ad ulteriori controlli, mi invitò poi a smontare (io!) la scatola, così da poter vedere all’interno. Allibita dalla richiesta, la esortai a chiamare un tecnico incaricato di controllare gli oggetti “pericolosi”. Alla mia proposta, non rispose, ribadendoci che stavano attendendo una risposta da Ryanair.
Ormai era trascorsa circa mezz’ora.
A quel punto, recuperata dal cellulare una foto delle due batterie dello scooter, la mostrai alla stessa operatrice. L’etichetta riportava la dicitura di batteria a piombo-acido (AGM).
Accertato quindi che tutte le batterie al piombo sono a secco o a gel, la hostess mise in dubbio la provenienza della foto da me mostratale e il fatto che nella scatola ci fossero effettivamente quelle batterie. Per l’ennesima volta, dunque, io e Cristian esortammo di procedere ai controlli RX o comunque a quelli che l’aeroporto riteneva utile, senza tuttavia avere riscontri. In compenso, un’altra richiesta astrusa: partire con una sola batteria. Scocciata, risposi con un secco “no”. Cosa cambiava?
Non volendo perdere volo e vacanza, io e mio cugino prospettammo la possibilità di imbarcarci senza scooter: lo avremmo lasciato al deposito-bagagli e lo avrei ripreso al ritorno. Soluzione bocciata. Ritrattai, dicendo che lo avrei lasciato mezz’ora al desk e sarebbe venuta la mamma a recuperarlo la sera stessa. Anche questa idea respinta.
Nel mentre, ci veniva chiesto di stare in attesa. Solo alle 20:50, appena dopo la chiusura dell’imbarco, ci fu comunicato che non potevamo partire. Soltanto allora arrivò personalmente la responsabile, la quale, per prima cosa, ci informò che Ryanair aveva negato l’imbarco del mio scooter, senza però documentare tale comunicazione. Quindi, provvidi a mostrarle l’e-mail della stessa compagnia con cui, giorni prima, dava l’ok al trasporto in stiva dello stesso ausilio. La responsabile ribatté che quella mail l’avrebbe potuta scrivere chiunque, nonostante la carta intestata.
La soluzione che la stessa ci propose ha del surreale: si offrì di cambiarci i biglietti per il volo che, l’indomani, sarebbe partito per Cracovia. Dopo aver rifiutato (il nostro programma era concentrato proprio il sabato, quindi sarebbe stato inutile partire), Cristian le fece notare che, comunque, i documenti che avremmo presentato erano esattamente gli stessi. Lei rispose che, in quel modo, avevano più tempo per raccogliere informazioni: ma Ryanair non aveva già detto no?
Amareggiati, prima di lasciare il desk (per ormai negato imbarco), le chiesi quali altri documenti avrei dovuto presentare per i prossimi voli. Mi rispose la scheda tecnica, esattamente quella che avevo scaricato dal sito due ore prima, e il libretto di circolazione della batteria o dello scooter (eh?).
Ho provveduto a inoltrare opportuni reclami per negato imbarco.