Con le festività ormai alle porte, una nuova puntata di “Natale nel mondo” è arrivata. Darwin ci parlerà delle tradizioni natalizie del suo Venezuela!
1) Innanzitutto, nella tradizione venezuelana, chi porta i regali nella notte di Natale?
In Venezuela, i regali a Natale li porta Gesù Bambino, che nella mia lingua chiamiamo Niño Jesús.
2) Quando eri bambino, cosa chiedevi per Natale? In che modo comunicavi a Gesù Bambino le tue richieste?
Di solito, lasciavo una lettera con la lista dei miei desideri in cima all’albero di Natale o nel presepe. La tradizione è semplice: il giorno in cui si addobbano le case per Natale, i bambini lasciano la lettera sull’albero o nel presepe.
3) Venivi sempre accontentato?
Penso che dipenda dalla famiglia. I miei genitori facevano tutto il possibile per farmi felice, quindi delle dieci cose che chiedevo nella lettera a Gesù Bambino, almeno otto regali arrivavano a casa. Il regalo più bello è stata la mia prima bici e più tardi il mio primo cane.
4) Sul piano religioso, come si svolgono, in Venezuela, le celebrazioni del Natale?
Ormai, è diverso in ogni regione venezuelana. Ad esempio, nelle Ande (dove è originaria la mia famiglia), le feste di Natale durano tutto dicembre. Tradizionalmente:
– Il giorno in cui si prepara la casa per Natale è di solito il 1° novembre (giorno di Tutti i Santi);
– Dopo che le case sono pronte, le famiglie fanno la spesa per preparare “Las Hallacas” (un piatto tradizionale simile ai tamales, consumato per tutto il periodo di Natale);
– Ci sono le “Parrandas Navideñas“, feste che si celebrano in tutti i paesi e nelle città, importanti soprattutto nelle scuole pubbliche e private, dove si raccolgono fondi per il diploma degli studenti dell’ultimo anno di liceo. Queste feste sono molto importanti per i ragazzi, perché includono spettacoli religiosi (la nascita di Gesù Bambino), balli di “gaita“, uno stile di musica della parte occidentale del Venezuela, cantato e ballato in tutto il Paese. Queste feste si celebrano solitamente tra il 10 e il 18 dicembre, l’ultimo giorno di scuola;
– Il 21 e il 22 dicembre si celebra “el día del espíritu de la navidad” (giorno dello spirito di Natale), tra le 21:00 e la mezzanotte. È tradizione lasciare le finestre aperte, accendere candele di colori caratteristici e preparare lenticchie, riso e mandarino, accompagnati da una lettera di ringraziamento e desideri per il prossimo anno;
– “La misa del gallo” è una tradizione che la mia famiglia non segue: il 24 dicembre si va in chiesa (tradizione dei nonni e bisnonni);
– Il Natale, propriamente detto in Venezuela, si celebra il 24 dicembre, che per gli italiani sarebbe la Vigilia. Di solito ci si riunisce in famiglia, nella casa più grande di un familiare; si cucina e ci si veste con abiti nuovi, poiché il Natale è una celebrazione importante. Si mangia, si beve tanto alcol e si balla. Nella mia famiglia, mio nonno cantava quando eravamo tutti insieme. A mezzanotte poi si sparano i fuochi d’artificio e si aprono i regali: le mamme annunciano che è appena andato via Gesù Bambino e fanno aprire i regali nascosti nella stanza più in alto della casa;
– Il 25 dicembre si continua a mangiare e bere, e di solito è un giorno di riposo a casa. Il piatto più importante è la zuppa “Cruzado“, fatta con ossobuco e gallina;
– A Capodanno si festeggia in modo simile, ma senza regali; ci si veste in modo formale;
– Il giorno dei Re Magi (Día de los Reyes Magos) è il 6 gennaio, durante il quale di solito si fanno regali ai bambini;
– Infine, nella regione delle Ande, il 2 febbraio si celebra “La Paradura del Niño,” una tradizione in cui Gesù Bambino viene messo in piedi. Dopo questo giorno, tutte le famiglie rimuovono gli addobbi natalizi.
5) Nelle case e per le strade, durante il periodo festivo, ci sono addobbi natalizi? Quali?
Sì, ci sono molti addobbi, molto in stile americano. Ci sono alberi di Natale, luci ovunque, Babbo Natale, angeli, stelle del nord, palline di Natale e pacchi regalo. Un fatto interessante è che su tutti gli alberi di Natale, sia in casa che in strada, in cima c’è sempre un angelo. Solo le famiglie meno tradizionali mettono una stella invece dell’angelo.
6) Qual è, in Venezuela, il canto natalizio più popolare?
Non c’è un canto natalizio specifico. In realtà, i canti natalizi vengono cantati principalmente dai bambini in età prescolare. È una tradizione molto influenzata dalla cultura americana. In famiglia, durante le feste, si ascoltano comunque alcuni brani popolari come:
– Cantares de Navidad, Billos Caracas Boys;
– El Año Viejo, Tony Camargo (cantante messicano);
– Año Nuevo, Billos Caracas Boys;
– Faltan 5 para las 12, Néstor Zavarce;
– Gaitas Zulianas.
7) Veniamo alle tradizioni culinarie. Qual è il piatto tipico che non può mancare in tavola durante il pranzo natalizio venezuelano?
Il pranzo natalizio, in realtà, non è una tradizione consolidata in Venezuela. Come ho detto prima, noi celebriamo la Vigilia con una grande cena. Tuttavia, un piatto che non può mancare in una tavola venezuelana sono le Hallacas. Per darti un’idea, immagina un impasto simile a quello delle arepas, ma ripieno di un guiso (un mix di carne di maiale e manzo speziato), il tutto avvolto in una foglia di platano. Vengono poi bollite per circa un’ora, se ne fanno tanti (circa 60/100 per famiglia). Una volta pronte, si mettono in freezer e successivamente si fanno bollire per 20′ ogni volta che vuoi mangiarle (pranzo/cena). È una tradizione molto particolare perché tutti i componenti della famiglia partecipano alla preparazione:
– I ragazzini più piccoli puliscono le foglie di platano;
– I ragazzi tra 12 e 25 anni preparano l’impasto con le mamme;
– Quelli tra 25 e 35 tagliano le verdure che si mettono nel guiso o che vengono aggiunte a crudo;
– Le persone tra 35 e 45 preparano il guiso;
– Le nonne fanno l’impasto di farina di mais. Inoltre sono loro che curano il pentolone con tutte le hallacas e quando qualcuna è pronta si fa assaggiare o si mette via per poi dopo metterla in freezer.
8) Hai a cuore una particolare tradizione natalizia che vuoi raccontare?
Più che a Natale, la tradizione che mi sta più a cuore è quella di Capodanno, quando suonano le campane e si fanno i fuochi d’artificio proprio a mezzanotte. Secondo la tradizione, bisogna mangiare dodici acini d’uva, uno per ogni rintocco di campana. Ogni acino rappresenta un desiderio per il nuovo anno. Dopo, in famiglia, tutti vanno in strada con le valigie e i soldi in tasca, e si resta fuori per almeno dieci minuti. Questa tradizione è un modo per attirare fortuna e per augurarsi di poter viaggiare nell’anno che arriva.