Nel primo appuntamento della rubrica “Natale nel mondo“, Barbara ci porterà alla scoperta delle tradizioni natalizie tipiche della sua Argentina!
1) Innanzitutto, nella tradizione argentina, chi porta i regali nella notte di Natale? Babbo Natale o Gesù Bambino? Qual è, nella tua lingua, il loro nome?
Ai bambini argentini è Babbo Natale a portare i regali. In Argentina lo chiamiamo Papa Noel.
2) Quando eri bambina, cosa chiedevi per Natale? In che modo comunicavi a Babbo Natale (o a Gesù Bambino) le tue richieste?
Di solito chiedevo a Papa Noel giochi, libri, bambole. A seconda della tua età, chiedi cose diverse.
Per chiedere i regali, scrivevo una letterina e la lasciavo sotto l’albero di Natale, una volta montato.
3) Venivi sempre accontentata?
Sì, mi portava sempre più cose di quelle che chiedevo perché mi comportavo sempre bene: ero una brava bambina (ahahah).
4) Sul piano religioso, come si svolgono, in Argentina, le celebrazioni del Natale?
Le persone scelgono di andare alle diverse messe che le chiese celebrano in commemorazione della nascita di Gesù.
5) Nelle case e per le strade, durante il periodo festivo, ci sono addobbi natalizi? Quali?
Sì, certo! L’albero di Natale occupa un posto importante nelle case argentine, viene allestito ogni 8 dicembre. È decorato con luci e decorazioni natalizie.
6) Qual è, in Argentina, il canto natalizio più popolare?
Ora non ricordo di avere una canzone che ci identifichi a Natale. Di solito i canti natalizi sono cantati dai bambini.
7) Veniamo alle tradizioni culinarie. Qual è il piatto tipico che non può mancare in tavola durante il pranzo natalizio argentino?
La griglia accesa è sinonimo di festa in Argentina, il che rende l’Asado (barbecue) una delle migliori scelte culinarie per il pranzo di Natale.
Ma anche vitel toné, panini salati, pionono, insalata russa…
E per il brindisi non può mancare il sidro con pane dolce, mantecol, o anche la macedonia.
8) Hai a cuore una particolare tradizione natalizia che vuoi raccontare?
Sì, a Natale mi viene sempre in mente una foto di quando ero piccola. Nell’occasione si riuniva tutta la famiglia: cugini, zii, prozii. C’erano tavolate lunghissime (perché eravamo in tanti) con tutta la famiglia riunita. Oggi è bello ricordarlo, perché non possiamo più condividere con alcune di quelle persone poiché non sono più presenti fisicamente ma sono nei nostri cuori.
La sera della Vigilia facciamo il cenone in famiglia e, dopo, usciamo con gli amici