Melanina

13° settimana: GIANT/GIGANTE

Ero emozionato quella mattina. Anche nell’ora di matematica, mentre la maestra ci spiegava le divisioni a due cifre, io non facevo altro che pensare alla magnifica serata che mi attendeva.

In fondo, era la prima volta che andavo allo stadio e non sapevo proprio cosa aspettarmi. Sicuramente, avrei voluto assistere a una valanga di gol, possibilmente da parte della mia squadra, a cori intonati dalle tifoserie rivali, a sani incontri e scontri di gioco.

Con me sarebbe venuta anche la mia sorellona, Angelica. Nonostante avesse dodici anni, anche per lei quella era la prima partita di pallone che vedeva dalle tribune. Ci saremmo andati assieme al papà; mamma, invece, si era presa una serata libera tra amiche.

***

Seduto al mio posto, tra Angelica e papà, mi stavo godendo lo spettacolo, che, dopotutto, era addirittura più bello di quanto mi fossi immaginato.

Ogni calciatore, compreso il mio begnamino con la “maglia 23”, aveva dato tutto, sputando anima e sangue per portare in vantaggio la nostra squadra!

E poi… Che fisico avevano? Dal vivo era ancora più impressionante. Ai miei occhi da bambino, ognuno di loro pareva un GIGANTE.

La serata stava terminando nel migliore dei modi. Fino al 93’.

In pieno recupero, l’arbitro vede un tocco di mano nell’area avversaria.

Quello è fallo netto: rigore per noi!

Emozionato, mi alzo in piedi. Non volevo perdermi la rete.

Sul dischetto si presenta il nostro miglior attaccante, concentrato. È gol sicuro!

Un momento prima del fischio, però, dalla curva avversaria si avvertono degli schiamazzi, degli ululati, neanche fossimo allo zoo.

Solo allora capisco che alcuni idioti, travestiti dei panni da tifoso, ce l’hanno con il giocatore che sta per battere. Anzi, non con lui, ma con il colore della sua pelle.

Sì, lui è scuro. È nero… o, meglio, di colore!

E quindi? Che problema c’è?

Perché lo stai insultando? Perché è diverso da te?

Forse tu, uomo bianco, ti credi un GIGANTE solo perché il tuo fisico produce meno melanina? È così, vero?

Beh, sappi che per me sei solo una piccola nullità. Del tutto inutile all’evoluzione del genere umano. Anzi, sei forse peggio: sei deleterio.

E sappi anche che la tua ignoranza non è riuscita a rovinare la mia festa. Dopotutto, il nostro “numero 9” ha segnato, nonostante i tuoi indecenti versi, e la nostra squadra si è portata a casa la vittoria.

E vuoi che ti dica un’altra cosa?

Io ci tornerò allo stadio… e ci porterò anche il mio amico Yassim!

4,6 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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