Un libro, perfetta allegoria della vita. Scorrendo le pagine sembra di ripercorrere le fasi di ogni esistenza, con l’alternarsi di momenti di gioia e di dolore, di passione e di noia. Calzante metafora dell’andamento ciclico con il quale, ciascuno di noi, è chiamato a fare i conti.
Sì, perché in fondo, ciò su cui si regge qualsiasi trama è l’imprevisto. Esattamente come il nostro cammino. È l’imprevisto, o forse l’ancestrale impulso che ci tende verso esso, a darci la forza di andare avanti.
Proprio come i personaggi di un romanzo, anche noi, semplici esseri viventi, ci aggrappiamo con tutto noi stessi alla fiammella dell’imprevedibile, del cambiamento. Forse, è giusto questo che ci fa sentire vivi e non solo sopravvissuti. Ossia, la speranza che ogni situazione possa mutare, che ogni fase sia destinata a finire. Inevitabilmente.
È la certezza del cambiamento a darci speranza; la forza dell’imprevisto.
E tale forza ci prende, ci tritura, a volte ci schiaccia. Non riusciamo ad opporci, ci sentiamo inermi.
Proprio il termine “inerme”, incastonato in un passo del mio romanzo, “L’inferno dentro i suoi occhi”, è stato oggetto di un piccolo laboratorio condotto, a chiusura della serata, da Francesca Fumagalli, terapista d’arte.
Partendo da un semplice brain storming, ognuno di noi si è sentito libero di esprimere se stesso, avendo la possibilità di confrontarsi senza essere giudicato. Tale piccolo esperimento ha dato prova di come, ogni persona, interpreta e riempie ciascuna parola a modo suo, connotandola di sfumature mai uguali a quelle dell’altro.
In fondo, proprio come i protagonisti di un libro, ognuno di noi scrive le pagine della propria storia a suo modo, in attesa di scoprire ciò che avverrà nel prossimo capitolo. In attesa dell’imprevisto.
Vorrei ringraziare la biblioteca di Calco, in particolar modo Roberta, il Comune di Calco, Giulia Beccaro, moderatrice dell’incontro, e Francesca Fumagalli per la realizzazione della splendida serata.