La torta birichina

1° settimana: BUILD/COSTRUIRE

«Bleah, maestra! Questa torta fa schifo… è amara!» convenne Paolo in preda a conati di vomito, sicuramente accentuati dal suo carattere melodrammatico.

L’insegnante, comodamente adagiata sulla sedia, lo guardò divertita.

Finalmente, dopo lunghi mesi di noiosissime spiegazioni di educazione civica, era giunto il momento di proporre alla classe il suo esperimento preferito: “la torta birichina”.

«Sì, maestra Lucia, anche il mio ciambellone ha qualcosa di strano! È troppo… asciutto» costatò Milena, articolando a fatica le parole.

«La mia fetta, invece, è bassissima» scoppiò a ridere Valerio, mentre stringeva fra pollice e indice un pezzettino di pasta frolla di nemmeno due centimetri.

«Già, anche la mia margherita ha qualcosa che non va» si unì Giulia. «È bianca come la neve ed è… insapore!».

La docente si alzò, raggiungendo il lato anteriore della cattedra con aria festante. Si fermò, issandosi sul piano di compensato: «Molto bene, esperimento riuscito!».

Gli alunni la fissavano a bocca aperta, non riuscendo a comprendere la sua soddisfazione e il senso di quella stramba attività.

«Che c’è, bambini? Non è pazzesco?» chiese ironica l’insegnante, attirando su di sé sguardi sempre più perplessi.

«Veramente, io non capisco…» prese coraggio Giulia.

«Nella tua torta mancavano le uova, se non mi sbaglio…» azzardò la maestra Lucia.

La classe era sempre più attonita.

«Vedete bambini… All’inizio dell’ora ho affidato a ognuno di voi un ingrediente e poi ho fatto in modo che, a turno, ciascuno omettesse di aggiungere il proprio in una determinata torta».

Pausa.

«Così: nel dolce mangiato da Paolo, Milena si era scordata d’introdurre lo zucchero. Il ciambellone assaggiato da Milena, invece, era privo del burro che Valerio avrebbe dovuto amalgamare. A sua volta, il dolce spizzicato da quest’ultimo non conteneva alcuna traccia di lievito affidato a Giulia, la quale si è dovuta ingurgitare una margherita senza uova poiché Paolo, distratto, se le era dimenticate sul banco. Risultato: uno schifo!».

Dopo questa puntuale spiegazione, l’educatrice ammirò i suoi alunni con fare soddisfatto.

«Beh, che c’è?» domandò ironicamente, interpretando il silenzio che dominava l’aula. «Non avete capito, vero?».

«Mmm… non proprio» ammise Valerio.

«Tutto questo per verificare che una torta senza un ingrediente è veramente oscena?» intervenne Milena, dando man forte al compagno.

La maestra Lucia si fece trasportare da un’allegra risata: come ogni anno, quell’esperimento necessitava di una spiegazione.

«Provate a immaginare, bambini… Come si fa a COSTRUIRE una casa se manca il muratore, l’elettricista o l’idraulico? Come fa una squadra di calcio a vincere se, pur essendoci gli attaccanti, sono assenti il portiere e i difensori?».

Ora, sul viso dei giovani studenti iniziava a comparire un timido sorriso. L’enigma stava giungendo a una soluzione.

«Bene. Oggi abbiamo sperimentato che, senza l’aggiunta di un solo ingrediente, la torta viene uno schifo. Senza l’aiuto di un nostro compagno non c’è storia, il dolce è imperfetto, immangiabile. Dunque, per COSTRUIRE un futuro migliore, il nostro futuro, è necessario l’apporto di ciascuno… nessuno escluso!». Alla fine, educazione civica non era poi così male.

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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.