Inganno

34° settimana: VAMPIRE/VAMPIRO

Una calda, umida notte d’estate. Christian, dopo aver salutato la madre con un bacio sulla guancia, aveva atteso che il buio vincesse completamente il riverbero del sole, per poi accucciarsi nel suo comodo lettino.

Come quasi tutte le sere, nonostante la sua giovanissima età, era solito rimanere in casa da solo, mente sua mamma, una donna dagli occhi tristi, offriva il suo corpo per assicurargli una vita dignitosa. Cosa di cui, ovviamente, era sempre stato all’oscuro.

Sdraiato sul morbido materasso, quella notte faticava a prendere sonno. Un rumore sordo, proveniente dall’esterno, disturbava la tranquillità campagnola. Forse un battito d’ali.

Tremante, si alzò dal letto. Sebbene fosse abituato a cavarsela da sé, in fondo era solo un bambino, e per di più doveva affrontare le tenebre senza la rassicurante compagnia di mamma e papà, in verità mai conosciuto.

L’inquietante frusciare si faceva sempre più intenso a ogni passo di Christian verso la finestra della sua cameretta. Timorosamente, aprì leggermente le ante. La curiosità stava vincendo la paura.

Gli ci volle qualche momento ad abituarsi al chiarore lunare. Poi strabuzzò gli occhi.

Allora era vero! Proprio come gli aveva detto il suo compagno di classe, quella non era solo una leggenda… le spaventose bestiole facevano parte della realtà!

Un VAMPIRO stava bussando alla sua finestra! Magari voleva mangiarlo o forse, semplicemente, succhiargli il sangue…

Non poteva essere. Guardò meglio, con più calma e lucidità.

Osservandola meglio, quella strana figura aveva qualcosa di diverso da tutti i VAMPIRI raffigurati sui libri o alla televisione. L’essere che si trovava davanti era tutto peloso e, per di più, emetteva un verso familiare.

Un miagolio.

Strofinandosi gli occhi stanchi, Christian scrutò meglio, incrociando il dolce sguardo del gattino che, seduto davanti a lui, implorava da mangiare.

Sorridendo, si chinò sull’animale, lo accarezzò e lo fece entrare.

Grazie a Timoty, oltre ad avere un amico con cui condividere le paurose notti buie, finalmente aveva capito il significato di ciò che sua mamma era solita ripetergli: «Piccolo mio, mai fermarsi alle apparenze».

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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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