Il sogno di Unnur
Qualcuno sta bussando alla porta. Una visita inattesa. Einar apre, e l’ospite sconosciuto entra. Chi è l’uomo che dice di essersi perso in una giornata come quella? Cosa sta cercando realmente? Forse è un bugiardo. O addirittura un assassino? Una cosa è certa: in quella casa, esclusa dal resto del mondo, avvolta dal buio, dal freddo, dal sibilo del vento, non tutti sopravviveranno alla notte. In seguito al ritrovamento dei corpi, le indagini sono affidate a Hulda Hermannsdóttir, ispettore della polizia di Reykjavík, rientrata in servizio dopo che la sua vita è stata sconvolta da drammatiche vicende familiari. Ma liberarsi dei propri fantasmi è molto difficile: Hulda sarà perseguitata ancora a lungo dalla sensazione di non aver capito in tempo. Davvero esiste una via di fuga dal proprio senso di colpa? Il suo lavoro di poliziotta è una sorta di gioco che si svolge in un’area grigia al confine tra il giorno e la notte, dove le vittorie definitive non esistono.
Aneddoti personali
La lettura de “Il sogno di Unnur” mi ha accompagnata nei giorni appena antecedenti il Natale, aiutandomi a distrarmi dai preparativi delle feste e dalle emozioni, spesso turbinose, che le accompagnano.
In una sola sera, inframmezzata tra l’altro da una partita dell’Inter, ho letto le prime 80 pagine, non riuscendo a staccarmi dal libro, se non per il match… appunto!
Recensione
“Il sogno di Unnur” è un appassionato e coinvolgente giallo ambientato negli sperduti paesaggi d’Islanda.
Diverse storie si ramificano e s’intrecciano, creando suspense e colpi di scena che tengono incollati il lettore pagina dopo pagina.
Ragnar Jonasson, autore de “Il sogno di Unnur”, oltre ad essere maestro del giallo, è abile nella descrizioni di paesaggi e stati d’animo che fanno dei suoi personaggi protagonisti (quasi) reali.
Conclusioni
Natale rosso sangue nella bianca Islanda…
Voto
Citazioni
L’isolamento, il silenzio, quella maledetta oscurità amplificavano ogni scricchiolio, ogni gemito del vento, ogni tremolio di luci e ombre. Sarebbe stato un bianco Natale. Terribilmente bianco. Con quell’intruso che era entrato nella loro casa e ne aveva avvelenato l’atmosfera