3° settimana: SHADOW/OMBRA
Il suo profumo. La sua dolcezza.
Sono ormai ricordi lontani, lontanissimi. Il tempo, giudice intransigente, se li è portati via, e con loro un pezzo di me. Sono evaporato, senza rendermene conto.
Il suo sorriso.
Mi perseguita giorno e notte, notte e giorno. Ora arcigno, ora beffardo; talvolta malinconico. O, almeno, così mi sembra.
Mi manca tutto di lei, perfino il suo respiro… che il più delle volte si confondeva col mio.
Facevo fatica a distinguerli. Facevo fatica a distinguerci.
L’amplesso carnale.
Un solo corpo, un unico spazio. Giochi di luci e OMBRE che rincorrevano se stesse in una danza senza senso.
Tuttavia, c’era qualcosa di ancora più intimo fra noi, oltre il sesso.
La sua mano. Quella mano sinistra che mi concedeva, ogni tanto.
Solo a me, unico eletto che poteva toccare la sua essenza.
Sì, perché quella mano era come lei. Anzi, era lei.
Viva, forte. Testimone del suo trauma.
Sfuggita alla morte. Rediviva.
Forse per me.
Per darmi una lezione; per insegnarmi cosa sono l’amore e la devozione.
Proprio a me, che non sono stato all’altezza del suo passato. Della sua anima.
Io che in un attimo ho annientato il suo sacrificio di venire alla vita; di lottare contro le tenebre per potermi stare affianco, un domani.
La sua mano sinistra.
Forse non la stringerò più, ma la sento ogni notte bussare alla mia anima oramai appassita.
Ora, ogni volta che mi rifletto allo specchio, vedo solo l’OMBRA di me stesso.