Apro la finestra; il vecchio infisso scricchiola sollecitato dalla forza del mio braccio. Mi affaccio. Fuori, la neve sta coprendo silenziosamente tetti e prati. È un turbinio di fiocchi bianchi. Immagino di trovarmi dentro una sfera magica.
L’allegro vociare di parenti e amici, intervallato dal fastidioso surchiare il brodo in cui si culla la trippa, stride con la pace della Notte Santa che, là fuori, sta iniziando a spuntare. Dunque, mi sporgo meglio sul davanzale, in ascolto della quiete.
Tendo l’orecchio. In lontananza, mi sembra di udire il suono greve della piva, ma forse è solo la mia immaginazione. Una manciata di secondi e sorrido. No, non mi ero sbagliato. Il corteo di zampognari sfila davanti ai miei occhi, intonando le note di Venite Adoremus. Così, mi metto a cantare, mescolando parole italiane a quelle latine.
Guardo estasiato il gruppo di suonatori mentre si allontana, senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio. Solo l’eco della dolce melodia, che ancora mi rimbomba nelle orecchie, ne rimane testimone.
Il freddo mi punge le guance; folate di vento sembrano annunciare un arrivo, quasi fossero messaggere del Cielo. Allora, resto in ascolto. Un sommesso scampanellio buca il silenzio, seguito da una risata tanto roca quanto familiare.
È Babbo Natale. Mi precipito in strada, seguito da Laky che guaisce. Seguendo lo scampanare, corro incontro al buon vecchio. Il manto bianco crocchia a ogni mio passo.
Finalmente lo raggiungo. Gli sorrido, lui fa altrettanto, allargando una simpatica curva sotto i bianchi baffi. Posa il pesante sacco sulla neve, provocando un tonfo sordo. Rovista nella bisaccia di iuta; pacchetti e pacchettini si scontrano rumorosamente l’uno con l’altro. Finalmente, estrae un piccolo dono. È per me.
Sempre con un sorriso lo ringrazio, schioccando un sonoro bacio sulla sua guancia infreddolita. Con Laky che mi corre accanto, abbaiando di felicità, volgo verso casa. Non vedo l’ora di scartare il mio regalo.
Lo stridore di pattini che accarezzano la neve mi distoglie dai pensieri. La slitta di Babbo Natale mi passa accanto, prima di spiccare il volo. Guardo in su, salutandolo con la mano. Lui contraccambia. L’inconfondibile e allegro scampanellio si disperde nella tempesta di fiocchi bianchi che, tacitamente, scendono in una danza.
Un grazie speciale a Sofia, autrice del meraviglioso disegno!