Evasione

10° settimana: FRAME/CORNICE

Al di là della finestrella che rischiarava la sua cameretta, la libertà. Quel paesaggio autunnale, di cui le raffinate tendine in pizzo ricamate dalla nonna facevano da degna CORNICE, rappresentava per Nicole la sua unica evasione.

La giovane trascorreva pomeriggi interi a scrutare il profilo dei suoi cari monti, distraendosi di tanto in tanto, attratta dagli strani contorni assunti da qualche nuvola passeggera.

Là fuori era il suo mondo; un mondo fatto di pericoli, certo. La montagna può essere traditrice: dirupi, lupi, aspidi, sempre in agguato.

Nicole lo sapeva bene, ne era consapevole. Dopotutto, in quell’habitat era cresciuta, temprando la donna che sarebbe diventata.

Una donna introversa, forse un po’ selvaggia. Abituata sin da piccola a cavarsela da sola, proprio come l’aveva cresciuta quella natura spietata.

Accoccolata sulla sedia a dondolo, Nicole era concentrata a captare i rumori della flora e della fauna, nonostante i vetri chiusi.

***

Striduli schiamazzi e agghiaccianti ululati, in fondo, per lei non erano niente. Sicuramente, erano suoni molto più rassicuranti dei singhiozzi e delle urla che, ogni giorno, si ripetevano puntuali quando suo padre rientrava a casa.

Ogni tramonto, infatti, annunciava l’inizio dello stesso film.

Se chiudeva gli occhi, Nicole avrebbe potuto vedere i medesimi FRAME rincorrersi uno dopo l’altro all’infinito: il papà rincasava ubriaco, si slacciava la cinghia, la brandiva in aria e colpiva la mamma.

Per un’infinità di volte, alle quali corrispondevano un’infinità di lividi che coloravano la pelle della donna sempre in un punto diverso.

E, allora, Nicole veniva inghiottita dall’odio. Detestava suo padre, ma ancora di più biasimava la madre.

Perché non si confidava con lei? Perché continuava a proteggerla, cercando goffamente di nascondere la realtà?

Non era più una bambina.

Era sulla buona strada per diventare una donna, e anche coraggiosa.

In fondo, lei apparteneva alla montagna. L’aveva sempre saputo.

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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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