Doni per Gesù Bambino

Gusto

Polvere di stelle accompagna il cammino della nostra slitta, trainata da Rudolf e altre simpatiche renne. Io, seduto sulle ginocchia di Babbo Natale, mi godo da quassù il paesaggio. La notte di Natale, del mio compleanno. La mia preferita.

Mi riempie il cuore rendere felici tutti i bambini del Mondo, ma ancor più mi fanno esplodere di gioia i loro doni per me.

Con il buffo Babbo, ho appena visitato le case d’Europa. Il sapore dolce dei biscotti adagiati su ogni davanzale mi stuzzica ancora le papille. In bocca un tripudio di gusti mi accompagna alla prossima meta: cioccolato, cannella, arancia.

Il buon vecchio mi avverte che, fra poco, arriveremo in un’altra terra; la slitta scende in picchiata. Prima di rimettermi a distribuire pacchetti e regali, sorseggio il biberon di latte ancora caldo, prezioso pensiero lasciatomi dai bambini italiani.

Atterriamo. Seguo Babbo Natale fin sotto la veranda di una casetta nel deserto. Sul tavolo rinvengo una scodella stracolma di Fata, ancora fumante. Ne bevo un pochino, gustando l’incantevole brodo di agnello che tanto mi ricorda la mia terra, non così poi lontana. Sorrido, alzando lo sguardo sulle grosse piramidi vicino cui ci attendono Rudolf e le altre renne.

È tempo di ripartire; questa volta il viaggio sarà più lungo. Ma non ho paura: ho conservato un po’ di quella zuppa che mi fa tornare in mente il piatto che prepara la mia mamma, a Betlemme.

Dopo aver sorvolato l’immenso oceano, un mantello scuro illuminato qua e là dal luccichio delle stelle, finalmente arriviamo. Altra discesa. Questa volta ci ritroviamo nel mezzo della foresta, poco distante da una capanna addormentata.

Stando attento a non farmi sentire, seguo di nuovo Babbo fino a giungere ad un’amaca appesa fra due alberi. Lasciamo i doni e, in cambio, raccolgo dal piattino sistemato a terra pezzettini di frutta arancione. Li metto in bocca, prima che si squagliano fra le mie manine. Il frutto mi si scioglie sulla lingua, sprigionando un piacevole sapore zuccherino che mi induce a leccare i baffi.

Bocconcini di papaia mi allietano il viaggio di ritorno. A est sta quasi albeggiando, dobbiamo fare in fretta. Le povere renne trainano a tutta velocità, mentre io mi afferro alla barba bianca e lunga del simpatico vecchio.

L’atterraggio sulla neve fresca è soave. Di fronte a noi, una casupola dal camino fumante è sprofondata nel bianco. Mi avvicino, in compagnia di Babbo Natale. Nel colbacco sistemato sugli scalini innevati è conservata una marmitta di Pirozhki. Ne assaggio un morso, assaporando il gusto delicato di mele e uvette, reso ancor più candido dallo strato di ricotta.

Ma non c’è più tempo. I cittadini del Mondo si stanno svegliando. Ormai è giunta l’ora di fare ritorno al Polo Nord.

Ringrazio Mavi e Sofia per le magnifiche illustrazioni!

4,9 / 5
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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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