1) Categorie… sfumate
Per la prima volta, dall’inaugurazione della rubrica “Sondaggi”, ho voluto sperimentare il format attraverso domande aperte.
Dunque, ai miei lettori ho posto il seguente quesito: “Qual è il vostro genere letterario preferito?”
Il genere letterario ha la funzione di “etichetta”. Un libro viene catalogato in base ad esso, condizionando spesso i lettori nelle loro scelte.
Tuttavia, la catalogazione di un romanzo rispetto al genere di appartenenza risulta molte volte semplicistica. Infatti, quasi sempre, in un’Opera possiamo riconoscere elementi di vari generi, intrecciati e mescolati tra loro.
Dunque, ciò che determina la classificazione di un romanzo sono le caratteristiche del genere che prevale, anche se in esso si riconoscono tracce di altri generi letterari. Per fare un esempio, molto spesso in un thriller viene raccontata una storia d’amore tra i protagonisti, seminando trame tipiche del romanzo rosa.
Ma, dopotutto, qual è il genere letterario preferito dai lettori?
2) Una netta prevalenza
Senza alcuna pretesa di esaustività, attraverso i canali WhatsApp e Instagram, ho chiesto ai miei lettori di indicarmi il loro genere letterario preferito, senza fornire loro opzioni di risposta.
Ecco i risultati:
Dal grafico a torta risulta chiaramente come il genere di gran lunga preferito sia il “Giallo/thriller”, votato da oltre la metà dei lettori.
3) Crime che passione!
Da quanto emerge, dunque, gli italiani sono amanti del crime; del mistero, della tensione.
A ben vedere, un libro giallo richiede, forse, un maggior coinvolgimento del lettore. Inconsciamente, siamo portati a “metterci nei panni” del detective, a indagare con lui. Talvolta, anche a gareggiare con i protagonisti nella caccia all’assassino, al cattivo.
Questo meccanismo costringe ciascuno a mettersi in gioco; a confrontarsi, in modo ludico, con le proprie capacità intuitive e di osservazione. Da ultimo, la suspense e il progressivo svelamento del mistero sono i veri motori su cui fa leva una lettura divoratrice.
Dobbiamo sapere se avevamo ragione.
Insomma, come dice il detto, gli italiani sono un popolo di amatori, allenatori… e detective!