Cent’anni di solitudine

Cent’anni di solitudine

Gabriel Garcìa Marquez
Da José Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent’anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un’inarrestabile fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell’esistenza umana. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili.

Introduzione:

Paese di provenienza del romanzo: Colombia.

Aneddoti personali

Il sol fatto di vedere la smorfia di stupore sul viso degli abitanti di Macondo nel contemplare un lucido pezzo di ghiaccio come fosse una pietra preziosa, mi fa sbudellare dalle risate. Per non dare sospetto della mia futuristica presenza, come loro, anch’io accarezzo la lastra, lasciando sperimentare alle mie falangi il fastidio di mille punture di spilli.

In lontananza, mi distrae il fischio acuto del treno che sopraggiunge verso di noi anticipato dal ritmato rimbombo del suo continuo sfregarsi contro le rotaie. Allora mi unisco alla folla, precipitandomi incontro allo sconosciuto pachiderma.

Fra noi, Remedios La Bella, poco più che bambina, sta divorando manciate di terra raccolta per strada, il cui gusto amaro lo sento scivolare sin nella mia gola. Non resisto più a quella società così arcaica, le cui usanze mi inducono perfino prepotenti conati di vomito. Mi accosto, tirandomi fuori dallo strambo corteo, respirando il putrido provocato dai miei succhi gastrici.

Recensione

Una lotta intestina fra sesso e potere anima il rurale paesino di Macondo, ove le varie generazioni della famiglia Buendìa rimangono vittime della stessa società sottosviluppata e superstiziosa.

L’autore di “Cent’anni di solitudine”, Gabriel Garcìa Marquez, descrive magistralmente la quotidianità della popolazione colombiana ottocentesca e novecentesca, divisa fra tradizioni e nuove scoperte. Lo stile è allo stesso tempo pulito ed efficace.

Conclusioni

“Cent’anni di solitudine” suggerisce un modo diverso di vedere le cose

Voto

4/5

Citazioni

L’essenziale è non perdere l’orientamento

4,5 / 5
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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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