Balsamico

50° settimana: FOREST/FORESTA

Quest’anno abbiamo corso un bel pericolo, scampandolo al pelo. Grazie a me, modestamente (!), e agli altri elfi, il Natale è salvo… ma c’è mancato poco. Che tragedia sarebbe stata se i bambini di tutto il mondo, il 25 dicembre, non avessero avuto nessun regalo da scartare?

Sì, perché il rischio che Rudolf e la slitta rimanessero fermi al Polo Nord è stato davvero alto.

E sarebbe stata tutta colpa di Babbo Natale… Quel buon vecchio ha proprio una testa dura; più dura della corteccia di pino. Eppure glielo dicevo, io. Non è più un giovincello (anzi!), e ciò nonostante, anche d’inverno, se ne va in giro con una semplice camicia di flanella.

E poi… e poi si becca una broncopolmonite e tocca a noi, poveri e pazienti aiutanti, fare il doppio turno, dividere e impacchettare regali e regalini. Compito che sarebbe spettato a lui.

Già, i primi giorni di dicembre ce la siamo vista brutta, noi elfi. Oltre a svolgere il nostro mestiere, fabbricare giocattoli, e quello di Babbo Natale, abbiamo dovuto pure curarlo. Quel vecchio brontolone aveva anche il coraggio di lamentarsi per qualsiasi cosa.

E la puntura fa male. E la pastiglia ha un saporaccio. Questo non mi piace, quello non lo voglio! Tutto il giorno così…

Eppure la sua salute non migliorava. Eravamo disperati, il Natale alle porte e noi ancora in alto mare con i doni. Finché un giorno, il 13 dicembre mi pare, decisi di andarmene a fare una passeggiata. Non ne potevo più dei piagnucolii dell’uomo vestito di rosso.

Mentre camminavo per la FORESTA innevata, mi imbattei in un angolo di verde che, magicamente, le abbondante nevicate non avevano coperto. Odorando il profumo emanato da quelle assortite erbe, mi venne un’idea. Ne raccolsi un ramoscello per ogni tipo e filai dritto a casa.

Senza incontrare nessuno, feci scaldare un pentolone d’acqua, dove vi immersi tutti i rametti balsamici che avevo raccolto. Filtrato l’intingolo, ne versai una buona quantità in un bicchiere e lo detti a bere a Babbo Natale.

Avreste dovuto vedere la sua faccia!

Se ci ripenso, rido ancora adesso.

A ogni modo, il giorno dopo quel brontolone stava già meglio e, così, grazie a quel magico intruglio (e a me!), anche quest’anno il Natale è salvo.

                                                                                                          Dort

P.S. Abbiate fiducia nella natura… lei ha una soluzione per tutto!

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Pubblicato da Silvia Schenatti

Silvia Schenatti (Lecco, 1992) è cresciuta tra il lecchese e la Valmalenco. Consegue il diploma al Liceo socio-psico-pedagogico di Monticello Brianza e si laurea, con lode, in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, discutendo una tesi in diritto penale. Terminati il tirocinio e la pratica forense, nel 2021 ottiene il titolo di Avvocato. Da sempre amante della scrittura, “L’inferno dentro i suoi occhi” è la sua opera prima.

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